domenica 27 aprile 2014

Il corpo di Molly

“Case si rese conto che gli occhiali erano innesti chirurgici che sigillavano le orbite. Le lenti argentate parevano crescere direttamente dalla pelle liscia e pallida sopra gli zigomi, incorniciate dai capelli scuri arruffati. Le dita serrate intorno alla Fletcher erano molto fini, candide, con le unghie di un lucido borgogna. Parevano artificiali. […] Tese le mani in avanti, il palmo rivolto all’insù, le dita bianche leggermente allargate, e con un clic appena percettibile le lame di dieci bisturi a doppio taglio, lunghe quattro centimetri, scivolarono fuori dai loro ricettacoli sotto le unghie color borgogna. Molly sorrise. Le lame si ritrassero lentamente.” (cap 1 pag 28)
Come anticipato nei post precedenti, ecco finalmente una delle prime descrizioni fantascientifiche degli innesti chirurgici impiantati in uomini e donne comuni: lenti al posto degli occhi e lame all'interno delle dita delle mani.
Sebbene siano inverosimili e mai sperimentate nel mondo reale, queste modificazioni del corpo di Molly rappresentano il traguardo raggiunto dalla tecnologia, dalla scienza e dalla chirurgia nel libro ma, in particolare, rappresentano le aspettative proprie dell'autore e dell'intero mondo scientifico a lui contemporaneo: in questo, Gibson è stato influenzato dal trapianto del primo cuore artificiale avvenuto nel 1982, una delle prime macchine impiantate nel corpo di un essere umano.

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